Siamo giunti al termine di questa avventura africana che si è conclusa nel migliore dei modi: tutti i pazienti stanno bene e non sono sorte complicanze, i corsi (ustioni, cicatrici, pressione negativa, tecniche di fisioterapia e bendaggi) hanno avuto un grande successo e siamo sicuri che il personale sanitario dell’ospedale “Saint Padre Pio” di N’Dali farà tesoro di tutto ciò che ha imparato. In 8 giorni di sala operatoria abbiamo effettuato 63 interventi chirurgici, 37 femmine e 26 maschi, età media 25 anni. Abbiamo trattato le seguenti patologie:
-cicatrici post ustione: 17
-labbri leporini:12
-neoformazioni cutanee e sottocutanee: 11
-cheloidi: 9
-ulcere/traumi: 7
-patologia genitale: 4
-malformazioni: 3
Ieri sera, durante la nostra ultima cena qui, abbiamo salutato tutti i nostri nuovi amici con i quali abbiamo collaborato durante la nostra permanenza, ci siamo scambiati dei piccoli regali che saranno per sempre simbolo e testimonianza di questa esperienza, delle persone che abbiamo conosciuto, delle storie che abbiamo sentito, dei luoghi che abbiamo visto. Questa mattina, come di consueto, la sveglia è suonata presto: alle 7 c’è stata la messa del vescovo, dopodiché abbiamo pagato i costi di degenza di alcuni dei nostri pazienti che, altrimenti, non avrebbero potuto permettersi le cure mediche di cui avevano bisogno, e siamo partiti. Affronteremo queste 10 ore di viaggio per Cotonou con l’euforia e la soddisfazione del lavoro svolto ma anche con la voglia di tornare a casa. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno accolto con affetto qui a N’Dali: il vescovo, il sindaco, i nostri colleghi medici e il personale dell’ospedale al completo.
Si dice che in Africa l’ospite sia sacro, che l’altro, il diverso non venga visto come una minaccia, bensì come colui che porta qualcosa che manca per essere completi e a sua volta riceve qualcosa. Durante i nostri giorni qui ci siamo resi conto di quanto questo sia vero e di come la diversità prenda le forme della complementarità.