
Ecco un estratto da “Patulè in terra rossa. Storie di persone incontrate in Benin, ospedale di N’Dali”, sulla missione Germana Erba in Benin, che potete trovare all’interno del catalogo fotografico di Carlo Orsi “Benin” in vendita presso la nostra sede. Questa è la storia di Adam…..
Adam arriva all’improvviso, Ezio va a vederlo di corsa. Dicono una cancrena, la gamba. Adam lavora nei campi tutto il giorno, quando un insetto lo punge sul polpaccio nemmeno ci fa caso. Ma l’infezione che ne segue si fa strada nella sua gamba. Ci mette degli impacchi che gli prepara sua moglie. E continua a lavorare. Arriva la febbre. E’ una febbre diversa da quella cui è abituato. Non scende, non cambia. Si sente male, è confuso. Capisce che le cose non stanno andando bene. Sua figlia lo prega di farsi vedere all’ospedale. Ma Adam continua a lavorare, nella terra, la sua terra è il pane per tutta la famiglia. Poi all’improvviso si accorge che non riesce più a camminare bene e crolla come uno straccio bagnato. Le sue donne chiamano i vicini, cercano aiuto. Adam non è più Adam. L’hanno trasportato nel bagagliaio di un’auto, perché il suo odore è insopportabile. Per noi, che spesso ci muoviamo tra le piaghe, l’abitudine a questo tipo di odore è quasi una salvezza. L’hanno messo da solo in una stanza, e qui non ci sono tanti letti liberi. Sta nel reparto a piano terra, 2 casermoni misti di gente della zona. Niente bagni, cucina all’aperto, in una casupola dove i tuoi cari ti possono preparare da mangiare. La lavanderia è anche open air. I panni si asciugano sui sassi al sole. Quando piove, e ora è quasi la fine della stagione delle piogge, tutto è fango rosso, dentro e fuori. E’ terribile? E’ così, e comunque funziona. Adam è un uomo di circa 50 anni. E’ disidratato, denutrito, confuso, con occhi appannati dall’infezione e dalla mancanza di liquidi. La sua gamba destra è un ammasso di pus. Sta morendo. Cosa dicono i chirurghi? Daniele mi dice: “Rimettilo in sesto che lo salviamo”. Liquidi come se piovesse, antibiotici a manetta, barrette di proteine, che gli piacciono un sacco, soprattutto quelle al cioccolato… due interventi con trapianto di cute e pressione negativa e tante preghiere a mamma Germana… e poi il giorno dell’ultimo intervento perde tanto sangue… e dove lo prendiamo del sangue che non ce n’è? Vado di corsa a cercare il Dottor Fidel, arrivo nel suo ufficio, dove pover’uomo è in riunione, ma ha sempre tempo per noi di Cute, o se lo inventa, e gli dico: ”Tu che gruppo sanguigno hai Fidel?”. Sorride, mi dice ”Va bene. Ho 0+”, risponde. “Mi dai una sacca del tuo sangue Fidel?”. “Sì, Eva, ora vado a donarlo”. “Poi ti do una barretta di proteine!”. “Ok va bene”. “Grazie Fidel!”. Le prove crociate si fanno su una cartina tornasole: due gocce da mescolare pregando. Adam ce la farà? Non solo, ma egregiamente. Il penultimo giorno la sua pelle è fantastica, il trapianto è miracolosamente perfetto. Di chi è il merito? Di tutti e, più di tutti, di mamma Germana. O almeno, questo è quello che mi ha detto Adam. Mi viene da ridere perché penso a Daniele che scherza e dice che Adam ora è in craving di barrette proteiche, mi fa vedere la foto della gamba, va benissimo. I medici e gli infermieri che hanno lavorato con noi sul posto ci tengono informati sui pazienti operati. Adam adesso cammina di nuovo…..
Oggi è il 18 marzo 2015 e Adam ha fatto un controllo all’ospedale Saint Padre Pio, lo hanno visitato il Dott Fidel Mehouenou, vicedirettore dell’ospedale (di cui si parla nel testo ‘Patulè’) e il Prof Renè Hodonou, chirurgo, che ci hanno aiutati durante la nostra esperienza in Benin. Lo hanno dichiarato totalmente guarito e ci hanno mandato le sue foto. Shark attack: la fascite necrotizzante che lo ha colpito può essere letale come uno squalo in mare aperto. Invece, che piccolo miracolo! Adam cammina con le sue gambe e la cicatrice ha qualcosa di straordinario in sè: testimonia la sua vita, la sua forza, un tutt’uno con i nostri cuori.